Integrazione-Inclusione

Piano annuale per l’inclusione PAI

Punto di partenza del presente Piano è la considerazione che l’inclusione scolastica riguarda tutti gli alunni e ha lo scopo di promuovere e favorire il raggiungimento per tutti del massimo successo scolastico e formativo possibile, in termini di apprendimenti e di integrazione sociale.  La scuola, infatti, rappresenta il luogo privilegiato, nel quale ciascuno ha la possibilità di sviluppare le proprie potenzialità, di interagire con adulti e coetanei, di sperimentare i propri comportamenti in un contesto formativo. 

" Il PAI non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell'intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei "risultati" educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola " per tutti e per ciascuno". (Ministero Pubblica Istruzione, Nota del 27.06.2013).

La richiamata Nota, che segue la Direttiva del 27 dicembre 2012 e la C.M. n. 8/2013, precisa che, nella scuola "inclusiva" il Piano Annuale d' Inclusione non è uno strumento solo per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma riguarda tutti gli alunni, poiché ognuno è portatore di una propria identità e cultura, di esperienze affettive, emotive e cognitive e, pertanto, ciascuno ha bisogno di essere incluso.

Nel contesto scolastico, inoltre, l’alunno entra in contatto con coetanei e adulti, sperimentando diversità di genere, di carattere, di stili di vita, mettendo a confronto le proprie potenzialità (abilità) e incapacità (disabilità) con quelle altrui.

La scuola diventa, quindi, inclusiva se riconosce il comune diritto alla diversità, che non si identifica solamente con la disabilità, ma comprende la molteplicità delle situazioni personali, se sa accogliere tutte le diversità, riformulando al tal fine le proprie scelte organizzative, progettuali, metodologiche, didattiche e logistiche, attuando la cosiddetta "Education for all,".

All’interno di questa cornice di riferimento, la scuola è chiamata a rispondere in modo puntuale e non approssimativo ai bisogni peculiari di quegli alunni la cui specificità richiede attenzioni particolari. 

Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) vivono una situazione particolare che li ostacola nell’apprendimento e, talvolta, nella partecipazione alla vita sociale. Tali difficoltà possono essere globali e pervasive, specifiche, settoriali, gravi, severe, permanenti o transitorie. In questi casi i normali bisogni educativi che tutti gli alunni hanno.

DSA Particolare attenzione meritano i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) quali dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia, disprassia per i quali le vigenti normative non prevedono la presenza dell’insegnante di sostegno in aula. La scuola, la famiglia, il servizio sanitario, devono costruire rapporti di reciproca collaborazione, nel rispetto delle diverse competenze e dei ruoli, con lo scopo di giungere alla definizione e all’attuazione di un Piano Didattico Personalizzato (PEP) effettivamente tarato sulle specifiche condizioni di ciascun alunno e a forme di valutazione dell’efficacia degli interventi.

La diagnosi deve essere protocollata e consegnata alla segreteria della scuola con una lettera di accompagnamento da parte della famiglia dove verrà specificato che si richiede l’adozione degli accorgimenti previsti dalla normativa (misure DISPENSATIVE E COMPENSATIVE). È opportuno anche chiedere un colloquio con il Dirigente.

Per quanto concerne gli esami di stato, gli allievi con DSA devono affrontare le medesime prove degli altri, poiché conseguiranno un diploma avente validità legale. Possono però fruire di STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI, cioè di forme di supporto che consentano loro di dimostrare le competenze acquisite, senza che le modalità di esecuzione della prova ne alterino il risultato (che deve essere congruente con gli obiettivi previsti per tutti gli studenti e finalizzati al conseguimento del diploma). La possibilità di usufruire di strumenti compensativi e dispensativi è riferita a tutte le prove dell’Esame di Stato sia scritte che orali, in relazione alle specifiche difficoltà dell’alunno (ed esclusivamente ad esse) e a condizione che tali strumenti si pongano in continuità con le modalità di insegnamento/apprendimento messe in atto nel corso dell’attività didattica. Per il nostro Istituto sono stati individuati i seguenti PUNTI DI FORZA:

Risorse professionali specifiche;

Coinvolgimento docenti curriculari;

Coinvolgimento del personale ATA;

Coinvolgimento delle famiglie;

Rapporti con i servizi socio-sanitari territoriali;

Valorizzazione delle risorse esistenti;

Attenzione dedicata alle fasi di transazione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo;

 Sviluppo di un curriculo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi

E DI CRITICITA’

Formazione docenti;

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo;

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamenti degli insegnanti;

Adozione di strategie di valutazioni coerenti con prassi inclusive;

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola;

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola in rapporto ai diversi servizi esistenti;

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative;

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione;

Dall’individuazione e dall’analisi dei punti di forza derivano i seguenti OBIETTIVI di incremento dell’inclusività del presente Piano:

riconoscere e distinguere i disturbi ( manifestazioni di disagio su base clinica);

riconoscere e distinguere le difficoltà di apprendimento ( anche in base alla gravità);

coinvolgere il personale ( docenti di sostegno, di base, ATA) nel processo di inclusione;

partecipare a corsi di formazione relativi a strategie inclusive, gestione della classe, didattiche innovative;

sviluppare un curricolo attento alle diversità ed  orientato alla strutturazione di percorsi formativi inclusivi; 

adottare metodologie e strategie di apprendimento che favoriscano l’inclusione (apprendimento cooperativo, lavoro di gruppo, apprendimento per scoperta, tutoraggio)

utilizzare i mediatori didattici, le attrezzature, i software e i sussidi specifici;

adottare un sistema di verifica e di valutazione diversificato in rapporto al tipo di disabilità, disturbo o svantaggio; 

coinvolgere le famiglie, in quanto corresponsabili del percorso educativo insieme alla scuola;

 valorizzare le risorse umane e materiali presenti nella scuola;

curare il passaggio alla scuola superiore ( continuità). 

 Ogni componente dell’Istituto partecipa alla realizzazione di questi obiettivi in relazione al proprio ruolo.

 L’ISTITUTO:

– organizza al proprio interno una struttura di coordinamento degli interventi rivolti alla disabilità e al disagio scolastico;

– definisce funzioni strumentali e ruoli di referenza;

 – elabora ed inserisce nel PTOF una politica di promozione dell’integrazione e dell’inclusione condivisa da tutto il personale;

– sensibilizza la famiglia a farsi carico del problema, elaborando un progetto educativo condiviso e invitandola, se necessario, a farsi aiutare, attraverso l’accesso ai servizi (servizi sanitari e/o sociali).

 IL DIRIGENTE SCOLASTICO:

 – è il garante dell’offerta formativa che viene progettata ed attuata dall’istruzione scolastica;

– individua e nomina i membri del GLI (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione).

 LA RESPONSABILE PER I DIVERSAMENTE ABILI

 – collabora con il Dirigente Scolastico;

 – promuove, specialmente nelle classi prime, la rilevazione ed il monitoraggio dei BES eventualmente   presenti;

– formula proposte di lavoro per il GLI;

– elabora le linee guida del PAI;

– raccoglie PEI e PDP relativi ai BES;

– coordina il colloquio tra scuola e famiglia;

– controlla la validità delle certificazioni e invita la famiglia al loro rinnovo quando necessario.  

 IL CONSIGLIO DI CLASSE

 – identifica gli alunni per i quali sia necessaria l’adozione di una didattica personalizzata sulla base della documentazione clinica e/o certificazione fornita dalla scuola secondaria di I grado di provenienza e/o dalla famiglia (L.104/92);

– identifica gli alunni per i quali sia necessaria l’adozione di una didattica personalizzata e misure compensative e dispensative sulla base della documentazione clinica e/o certificazione fornita dalla famiglia e di considerazioni pedagogiche e didattiche;

– predispone il Piano educativo individualizzato (PEI) per gli alunni diversamente abili;

– predispone il Piano Didattico personalizzato (PDP) per gli alunni DSA e per gli alunni con svantaggio sociale e culturale.

 LA FAMIGLIA

 – informa il coordinatore di classe (o viene informata) della situazione/problema;

– si attiva per portare il figlio da uno specialista ove è necessario;

– partecipa agli incontri con la scuola e con i servizi del territorio;

– condivide il progetto e collabora alla sua realizzazione.

 I SERVIZI SOCIO SANITARI

Effettuano l’accertamento diagnostico, redigono una relazione e successivamente incontrano la famiglia per la restituzione relativa all’accertamento effettuato;

Forniscono supporto alla scuola per individuare il percorso da intraprendere;

Partecipano come membri attivi al GLI;

 Integrano e condividono i PEI;

Provvedono al rinnovo della diagnosi al fine di inquadrare meglio le difficoltà e le potenzialità dell’alunno, ma anche per poter progettare nel modo migliore l’intervento di sostegno;

Collaborano con le famiglie nella condivisione del percorso educativo più appropriato.

Modalità operative

Le modalità operative sono necessariamente diverse nei casi di:

a) alunni con disabilità   Piano Educativo Individualizzato PEI

 Uno dei genitori, o chi esercita la potestà genitoriale, deve presentare all’atto dell’iscrizione scolastica la documentazione rilasciata dal Servizio Sanitario Nazionale (il verbale di accertamento della disabilità previsto dalla Legge 104/92 con l’eventuale specificazione della gravità e la Diagnosi Funzionale). La scuola prende           in carico l’alunno con disabilità e convoca il GLI, con il compito di redigere il PDF e il PEI- Piano Educativo Individualizzato.

 Per consentire la stesura, l’aggiornamento e la verifica degli interventi è previsto almeno un incontro per ogni alunno durante l’anno scolastico con i rappresentanti dell’ASL.

b) alunni con “disturbi evolutivi specifici” si intendono, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche i deficit   del linguaggio, dell’attenzione, dell’iperattività ma anche altre tipologie di deficit o disturbo, quali la sindrome di Asperger, non altrimenti certificate.

c) i disturbi specifici di apprendimento DSA (Legge 170 dell’8 ottobre 2010 e al D.M. 12 luglio 2011) si distinguono in dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Riguardano alcune specifiche abilità dell’apprendimento di alunni con capacità intellettive adeguate all’età anagrafica. Agli alunni con DSA si applicano i benefici previsti dalla normativa vigente previa presentazione da parte di chi esercita la patria potestà della documentazione sanitaria. Secondo quanto previsto dalla suddetta legge entro il mese di novembre la scuola si impegna ad elaborare il PdP. Nella predisposizione del documento è fondamentale il coinvolgimento della famiglia con cui si prevedono incontri periodici (colloqui, in orario di ricevimento e in occasione dei C.d.C).  Nel PdP sono elencate tutte le misure compensative e dispensative che il C.d.C decide di adottare per l’alunno, nonché tutte le strategie didattiche, metodologie e gli strumenti che si ritengano opportuni; sulla base di tale documentazione, nei limiti delle disposizioni vigenti, vengono predisposte le modalità delle prove e delle verifiche in corso d’anno. Il PdP sottoscritto dal genitore viene consegnato dal coordinatore alla segreteria didattica.       

d) alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale e disagio comportamentale/relazionale. Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla         base di elementi oggettivi come, ad esempio, la segnalazione degli operatori dei servizi sociali oppure di ben  fondate            considerazioni psicopedagogiche e didattiche.  Gli interventi predisposti potranno essere di carattere transitorio. Il docente referente che si occupa del disagio raccoglierà notizie dei casi di alunni “a rischio” attraverso   incontri con i C.d.C.                    Le segnalazioni potranno avvenire, naturalmente in corso d’anno, qualora se ne presenti la necessità. Il coordinatore di classe insieme al Coordinatore del sostegno e referente dei DSA, dopo aver raccolto informazioni, anche attraverso un eventuale consulto di esperti della problematica evidenziata, valuteranno un primo approccio di intervento.                                                Il C.d.C   pianifica l’intervento e, se necessario, predispone il piano personalizzato.                           Al fine di verificare l’efficacia dell’intervento si terranno incontri periodici nell’ambito dei C.d.C programmati, o se necessario, con sedute appositamente convocate. La documentazione prodotta (scheda di rilevazione, PdP) sarà raccolta nel fascicolo personale riservato dell’alunno.

 Per il prossimo triennio 2019/2022 si prevedono le seguenti AZIONI: 

1. formazione interna su:

– metodologie didattiche inclusive.

– strumenti compensativi e dispensativi utili per l’inclusione.

 – conoscenza delle norme a favore dell’inclusione.

 – strumenti di osservazione per l’individuazione dei bisogni.

– sensibilizzazione sui vari tipi di bisogni educativi e di disagio.

2. adozione di criteri di verifica e di valutazione coerenti con prassi inclusive attraverso:

– un Protocollo per lo svolgimento degli esami di Stato;

– individuazione e adozione di criteri di verifica e valutazione omogenei per tutti i consigli di classe.

 3. realizzazione attività progettuali inclusive.

 CRITERI DI VALUTAZIONE

Per il raggiungimento degli obiettivi minimi si prenderanno come riferimento quelli esplicitati:

LIVELLO BASE del certificato delle competenze: lo studente svolge compiti semplici in situazioni note, mostrando di possedere conoscenze ed abilità essenziali e di saper applicare regole e procedure fondamentali. Nel caso in cui non sia stato raggiunto il livello base, è riportata l’espressione “LIVELLO BASE NON RAGGIUNTO”, con l’indicazione della relativa motivazione. 

I livelli più elevati sono: 

LIVELLO INTERMEDIO: lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in situazioni note, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite. 

 LIVELLO AVANZATO: lo studente svolge compiti e problemi complessi in situazioni anche non note, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità. Sa proporre e sostenere le proprie opinioni e assumere autonomamente decisioni consapevoli 

Pertanto il bisogno educativo diviene “speciale”. La scuola si occupa anche di questa tipologia di alunni più fragili, con l’obiettivo generale di garantire loro una didattica individualizzata o personalizzata, che va da semplici interventi di recupero, sostegno e integrazione degli apprendimenti, fino alla costruzione di un Piano Educativo Individualizzato (PEI) o un Piano Didattico Personalizzato (PDP).

In relazione a queste considerazioni, il P.A.I.  è lo strumento per una progettazione dell’ offerta formativa in senso inclusivo, per sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nella realizzazione di obiettivi comuni.